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Immagine del redattoreAndrea Pozzetto

La culla

Aggiornamento: 12 nov 2020


 

Non spero più nella speranza, mi ha illuso troppe volte.

Meglio una costante tristezza moderata che gli abissi di disperazione che ho vissuto nel passato.

Meglio la malinconia che non ti lascia mai che le montagne russe delle emozioni.

Sarebbe meglio l'apatia, ma non sono ancora diventato così bravo a fingermi insensibile o catatonico...

Piango un po' ogni giorno.

Meglio così, piuttosto che ridere illudendomi che il peggio sia passato e poi, inaspettatamente, prendermi un treno in pieno volto.

Meglio un dolore sottile e costante, a cui ci fai l'abitudine e dopo un po' non ci fai più nemmeno caso perché diventa parte integrante di te come il respiro, che le coltellate improvvise e impreviste che ti colgono impreparato proprio quando sei sulla cima della felicità e che ti fanno precipitare senza fine, per un tempo indefinito.

23 settembre 2020 (Nell'immagine: sanificatore a Chernobyl che trasporta la sua attrezzatura in un una carrozzina)

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