Figli miei, chiedetemi tutto sulla Vita ma non chiedetemi nulla sull’Amore.
Chiedetemi dello scorrere delle stagioni e delle costellazioni, ma nulla sui sentimenti umani.
Discutiamo pure su ogni cosa la vostra curiosità, la vostra attitudine, la vostra aspirazione, la vostra vocazione voglia interrogarsi; ma, ve ne prego, non cominciamo neppure a discutere sulla matassa inestricabile che è il gomitolo del cuore di ognuno, costruito avvolgendo filo di seta o filo spinato a seconda della sorte, perché anche qui la sorte la fa da padrona.
Dunque non discutiamone, non parliamone; non ponetevi interrogativi, non consultate maestri. oracoli o cartomanti perché è tutto inutile: l’Amore è Caos, è indeterminatezza, è stare sempre all’erta per non perderlo di vista, è cercare di domare il Kraken con il bastoncino di un ghiacciolo.
Alcuni - pensate - sostengono addirittura non esista. E’ un’opinione che ha una sua validità, in fin dei conti l’Amore è soggettivo, è un concetto astratto. L’unica cosa concreta per cui invece si può con certezza dire che qualcosa che noi chiamiamo Amore esista (ma chissà effettivamente cos’è) è che quando finisce la corrispondenza, quando si interrompe la connessione tra i due poli dell’Amore il dolore è devastante, triturante, è come una talpa meccanica di quelle che scavano la roccia e invece della roccia ti scava il petto e lo stomaco e l’intestino e ti rammollisce le gambe e ti piega le spalle e il collo, ed è incontrovertibile che il dolore esista, da cui ne consegue che qualcosa di non ancora completamente chiaro deve esistere.
Patior ergo amo. (Soffro, dunque amo)
Io non so cosa sia il Vero Amore.
Pensavo di saperlo.
Addirittura a volte ho la presunzione di saperlo con certezza ma mi sveglio presto da questa illusione ricordando come sia stata la mia esperienza a riguardo.
Pensavo fossero farfalle nello stomaco ma sono cocci di vetro taglienti eiaculati da una Molotov, pugnali di fuoco che ti sfilettano il ventre, bocconi ardenti infilati a forza in gola come succede alle oche a cui fanno scoppiare il fegato per farne paté. Pensavo fossero fiumi d'inchiostro colorato vergati su bianchi fogli frementi e olenti e baciati e coccolati guardando le stelle della costellazione della Vergine. Quello che posso dire è che è come un gancio da macellaio che collega due anime: poi una se ne va da un’altra parte tenendo agganciata la tua ed estirpandotela dal petto e finisce tutto così, improvvisamente e senza anestesia. Anima strappata, divelta. Un buco, resta un maledetto buco senza fondo che ti toglie il fiato e che tu guardi incredulo, non può essere tuo, non puoi essere tu ad avere un buco del genere che chissà quando e come riuscirai mai a riempire nuovamente, ma magari neppure a riempire del tutto ma a rendere meno abissale e orrorifico.
Non chiedetemi dell’Amore, dunque, perché dovrei raccontarvi una fiaba oscura, dolorosa e terrifica; non c’è nuvola rosa, non ci sono petali di rosa, non esiste nulla di roseo e sereno, L’orizzonte è sempre, sempre burrascoso.
Non chiedetemi cos’è l’Amore perché vi parlerei di promesse infrante, di cuori spezzati, d'illusioni spazzate, di orizzonti perduti.
Chiedetemi di come il germanio rivoluzionò il mondo, di come vanno innestate le piante da frutto, di come far germinare un seme, di come va piallato un pezzo di legno, di come vanno saldati due pezzi di ferro, di cosa ci sia al centro di un buco nero, di cosa sia un ipercubo, di quanti universi esistano. A tutto questo e ad altro ancora vi risponderò.
Chiedetemi come codificare un sub-routine che risolva un problema e che vada a incastrarsi con migliaia di altre sub-routine per creare una macchina perfetta, armonica ed efficace.
Chiedetemi dei treni e dei loro segnali, dei loro percorsi, delle loro manovre.
Chiedetemi del cibo, della responsabilità che ci si prende a mettere in tavola un piatto di pasta al pomodoro per i propri cari, della cura e dell’attenzione che si infonde in quel piatto per nutrire i tuoi cari non solo con il cibo ma anche con un po’ di te che prepari il pranzo o la cena per la tua famiglia.
Chiedetemi delle birre all’uscita dall’ufficio o dei tramezzini mangiati nei parcheggi dei supermercati, piuttosto, perché quello per me era Amore.
Non chiedetemi dell’Amore in modo astratto. Chiedetemi cos’è l’Amore nel concreto e ancora non saprò cosa rispondervi.
Per alcuni è strisciare e subire, per altri è proteggere non si sa bene da cosa, perché e se ne siano davvero in grado, per altri ancora è dominare e tenere sotto controllo. Non sono cose diverse.
Tutto è Amore.
Almeno così dicono.
C’è chi sostiene che l’Amore non voglia condizionamenti, e promette Amore eterno prima all’uno poi ad un altro poi ad un altro ancora.
C’è chi sostiene che l’Amore sia un sentimento che racchiude in sé Fiducia, Rispetto e Lealtà e poi ne fanno brani con la giustificazione dell’esercizio della libertà individuale (vedi sotto).
C’è ancora chi ventila l’idea che l’Amore sia una cosa da femminucce adolescenti e, qualsiasi sia il genere, si rinchiude in una torre eburnea per non rischiare nulla.
Chi scambia l’Amore per Passione, sia sessuale intellettuale o emotiva e resterà comunque con nulla in mano e nel cuore.
Chi ancora ritiene che l’Amore possa essere dato e ritirato a piacimento, in preda a un delirio di onnipotenza autistica, di una volontà di esprimere le proprie idee e di esercitare il proprio diritto tale da non accorgersi che ciò lede i diritti di tutte le persone che vivono intorno a loro. Tutte, chiaramente, tranne colui che la pensa così e il destinatario del proprio temporaneo affetto. Queste ultime persone sono le peggiori, perché pretendono di scrollarsi di dosso responsabilità che si sono liberamente assunte e in più esigono che la controparte accetti senza colpo ferire la propria decisione.
Dei nazisti, tout court.
Non chiedetemi, quindi, nulla sull’Amore, perché non saprei cosa rispondervi; ovvero potrei anche farlo, ma temo di spaventarvi, temo che poi alla fine non vogliate più avere a che fare con Esso.
Invece, AMATE. Quanto più vi riesce. Non solo le vostre madri, i vostri nonni, le persone a voi care...vostro padre che, in fondo, contraddicendo se stesso vi ama più di quanto si ami...
Amate, prima di tutto VOI STESSI. Non c’è NESSUNO AL MONDO più importante di voi, non c’è nessuno che merita più amore di quanto ne meritiate voi.
A m a t e v o i s t e s s i .
Amatevi al punto che, se non vi resta altro amore da dare ad altri o ad altre, non vi sentiate soli, non vi sentiate abbandonati. Amatevi come nessuno è in grado di amarvi, perché nessun altro merita il vostro Amore più di voi stessi. Lo ribadisco, ce ne fosse la necessità.
Amatevi perché siete comunque soli e se non vi amate voi per primi non vi amerà nessun altro, almeno così hanno sempre detto a me.
Amatevi perché siete soli e lo sarete sempre, in ogni caso. Siete nati soli e nudi, morirete soli e nudi. Il tempo che passa dalla nascita alla morte è ciò che chiamano Vita e che tutti tentiamo di riempire d'interessi, di amicizie, di affetti...di Amore.
Bene, non esiste nulla di tutto ciò.
Non esistono amicizie che possano riempire i vuoti dell’anima.
Non esistono affetti che durino in eterno.
Non esiste l’Amore, come già detto in precedenza.
Tutto ciò che vi viene promesso, che vi viene descritto, semplicemente non esiste, ovvero esiste ma è condizionato da mille mila altri Amori che pretendono di prevalere sul proprio Amore soggettivo e personale.
Non esiste Gioia derivante dall’Amore, comunque l’Amore finisce SEMPRE in tragedia, fosse anche con la vedovanza.
Non esiste Serenità derivante dall’Amore, perché se è un Amore sano è come un mare increspato da un vento di bolina e non come bonaccia e calma piatta; questo non è Amore, è brodino.
Non esiste Felicità...no, forse questa esiste, ma è un’illusione effimera, è la Felicità che si concede a tutti e un po’ sta con te e subito dopo va con un altro, e ti lascia con un palmo di naso e mille domande a cui non avrai mai, mai risposta.
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