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Quale futuro vogliamo?



Ho letto una cosa che mi ha sconvolto.

Mi ha sconvolto non perché non la sapessi già, ma proprio perché è stata la conferma di ciò che io ripeto da decenni e che, finora, nessuno ha mai preso in seria considerazione. Mi si è scatenata una tempesta di pensieri, riesco a trovarne solo uno a cui appendermi: dobbiamo pensare ai bambini. La salvezza della nostra società passa solo attraverso questo. Se non mettiamo i bambini al centro di tutto, dove dovrebbero stare, siamo destinati ad un mondo sempre più oscuro e violento.

Purtroppo, istituzioni e ideologie remano contro, e a nulla servono le dichiarazioni di "maggior interesse del minore" quando è evidente che a certi individui e a certi sistemi del minore interessa solo in quanto monetizzabile, per cui applicano prassi e protocolli per altro già ripetutamente e ampiamente condannate dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. A farne le spese non sono MAI gli adulti, neppure quelli che vengono allontanati, limitati, ristretti nei rapporti dalle suddette istituzioni che seguono le suddette ideologie, ma sempre e solo i bambini.

Finché non si capirà questo semplicissimo concetto siamo destinati all'apocalisse sociale, anche se ho il velato sospetto che le citate Istituzioni e Ideologie vogliano proprio questo, sia creando ad arte ogni sorta di allarme sociale, sia enfatizzando l'individualismo tossico, l'esaltazione della personalità, la giustificazione di comportamenti provocatori e la diffusione di modelli di "stili di vita" assolutamente irrealisti e ai confini della legalità.


I bambini sono il futuro. Non è retorica, è forse una delle pochissime verità assolute, è la certezza della Vita che si contrappone alla certezza della Morte. Se dimentichiamo questo, anche per un solo istante, siamo colpevoli ora e lo saremo quando i nostri bambini "perduti" cresceranno e diventeranno adulti cinici, indifferenti, anaffettivi, violenti.


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