Dio è un maniaco ossessivo compulsivo, manda le croci sempre agli stessi, si accanisce sui derelitti in un gioco perverso e sadico che forse serve a fargli passare la noia di un’eternità fondamentalmente solitaria, senza alcun ente con cui realmente confrontarsi alla pari; un divertimento “divino” quello di infliggere sofferenza a coloro che, a maggior sfregio, ha creato “a Sua immagine e somiglianza”.
Essendo onnipotente e avulso dalla condizione umana, come uno scienziato pazzo usa gli Uomini come cavie da laboratorio, sperimentando continuamente con forme vecchie e nuove di disgrazie fisiche, psichiche, morali ed esistenziali, annotando sul suo quaderno sempiterno le reazioni di ogni singolo individuo alle traversìe cui li sottopone per uno scopo inconoscibile ed imperscrutabile solitamente conosciuto come “disegno divino” quando invece si tratta solo di scarabocchi e macchie di inchiostro indecifrabili forse anche per Egli stesso, riducendo spesso il Mondo ad un Inferno da cui il nome stesso di Dio è bandito e in cui gli Uomini dannati si dibattono cercando di divincolarsi dai tormenti che Egli manda loro addosso, persino al suo Figlio Unigenito e Prediletto, con la sostanziale differenza che il Cristo conosceva il suo destino mentre all’Uomo è preclusa persino la conoscenza di esso.
Quanto misera appare la condizione dell’Uomo, in un continuo altalenarsi tra stati di grazia e di dannazione, tra smanie di grandezza e manie di bassezza, condannato ad un estremo bipolarismo tra picchi di effimera gioia ed euforia e grevi abissi di dolore e di tristezza a cui nessuno può sottrarsi se non con il trapasso, sfuggendo così alle strette maglie dell’immanente e del contingente, passando infine all’impersistenza e alla dissolvenza che tutto annulla, ricombina e ricrea in altre forma e sostanza non più soggetta a nessuna legge né fisica, né umana, né divina.
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